Castello di Montecchio Vesponi

Dove si trova

Il castello di Montecchio Vesponi dista circa 4 chilometri da Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo lungo la SS.71 che collega il capoluogo a Cortona. E' facilmente raggiungibile da ogni direzione, in quanto le sue mura turrite dominano tutta la zona circostante e sono visibili fin da molto lontano.

La storia

Il castello di Montecchio Vesponi sorge all'ingresso meridionale della Val di Chio, su un colle di 364 metri a dominio del sottostante paese di Montecchio e della valle stessa. Grazie al suo ottimo stato di conservazione è da considerarsi il fortilizio medievale più interessante della zona aretina e fra i più belli di tutta la Toscana. Ancora oggi è dotato di una cerchia muraria merlata intervallata da torri che si sviluppa per 263 metri, con uno splendido cassero all'interno, al fianco del quale svetta una slanciata torre quadrata di circa trenta metri che lo rende facilmente individuabile da tutta la zona circostante.

 

Il nome 'Vesponi' pare sia dovuto alla contrazione del cognome 'Guasconi', famiglia aretina che lo possedeva nel XI° secolo, periodo del primo insediamento fortificato sul luogo del castello. La posizione dominante sulla strada che collegava, e collega ancora oggi, Arezzo con Cortona portò il fortilizio ad essere spesso conteso fra Arezzo e Firenze, che mirava a consolidare le sue influenze sul territorio. Divenne una roccaforte fiorentina dopo la sconfitta degli aretini nella battaglia di Campaldino nel 1289 e l'aspetto attuale è quello che gli fu dato dai lavori di rafforzamento dell'epoca, infatti le torri e le mura non presentano tracce di successive modifiche e sono da considerarsi uno dei puri esempi sopravvissuti di architettura fortificata duecentesca toscana. Dopo che Firenze ottenne il dominio sulla campagna aretina il castello diminuì la sua importanza nevralgica ma il suo nome continuò ad essere rispettato e temuto in quanto, sul finire del trecento, divenne dimora del famoso capitano di ventura John Hawkwood, meglio conosciuto con il nome italiano di Giovanni Acuto.

Approfondimenti

Foto di Francesco Viti

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