Rocca Aldobrandesca di Manciano

Dove si trova

Il centro sorge su una collina che domina da un lato la piana e la valle dell'Albegna e dall'altro lato l'area del Tufo.

La storia

Le prime notizie del Castello di Manciano, su una collina nella valle del fiume Albegna, si hanno nel 1118 grazie ad un documento del Pontefice Clemente III° riguardante la vicina chiesa di Sovana.

All'inizio del '200 Manciano entra a far parte dei domini dei conti Aldobrandeschi, che innalzarono la Rocca, e vi resterà fino ai primi anni del '300. Nel corso del XIV° secolo il castello fu conteso prima fra il Comune di Orvieto e i conti Orsini e poi fra questi ultimi e la Repubblica Senese. Quest'ultima disputa vide l'assegnazione di Manciano ai conti Orsini, sebbene sotto il controllo della ben più potente Siena.

Le mura di Manciano furono costruite dai conti Aldobrandeschi nel XIII secolo, furono rimaneggiate dai senesi nel corso del XV secolo. Delle originarie undici torri di avvistamento, ne sono perfettamente visibili soltanto due, tutte le altre sono state inglobate all'interno di edifici adibiti ad altri usi. Queste sono la Torre della Rampa, lungo via Trento, e la Torre di Porta Fiorella, sopra l'omonimo accesso.

Al vertice dell'abitato svetta la possente Rocca merlata, di forma e pianta rettangolare simile a le molte altre della zona, con una bella torre quadrata sporgente sul lato sud-ovest. L'edificio principale, o cassero, presenta un basamento a scarpa e pareti interamente rivestite in pietra nelle quali si aprono finestre disposte su tre livelli; la parte alta è coronata da merlatura. Anche la torre (o torretta come è affettuosamente chiamata dalla gente del luogo) è caratterizzata da una merlatura sommitale che riprende l'aspetto estetico del cassero. Su di essa le pareti in pietra presentano meno aperture e il basamento a scarpa è molto più alto e pronunciato, circondato su tre lati da cortine murarie che delimitano una sorta di piccolo fortilizio, addossandosi alla parte bassa del corpo principale.

L'aspetto attuale è frutto di un restauro della seconda metà del settecento e di un successivo intervento di recupero condotto nel secolo scorso. Per la loro posizione, il cassero e la torretta offrono una vista mozzafiato su tutta la Maremma, dal mare fino alla montagna, fino alle isole dell’Arcipelago Toscano. Per questa sua particolarità, Manciano è stato anche soprannominato La Spia della Maremma.

Oggi l'edificio è sede del Comune cittadino e circondato da case di ben più recente costruzione. Il suo utilizzo ha fatto perdere alla rocca l'aspetto arcigno di una volta, le possenti mura ospitano finestre e un terrazzino, ma l'ha fatta giungere in ottime condizioni fino a noi.